BULIMIA

BULIMIA: UN DISTURBO PSICHIATRICO CON UN RISCHIO ORGANICO (E GLI ALTRI NON SE NE ACCORGONO)

La bulimia nervosa (BN) ha una prevalenza dello 0,6-08 % ed una incidenza di 12 casi/100.000 l’anno per le donne e 0,8/1000.000 per i maschi. Il vomito autoindotto, l’abuso di diuretici e di lassativi con disturbi elettrolitici gravi, l’esercizio fisico eccessivo costituiscono dei fattori di rischio gravi. Il tasso grezzo di mortalità varia tra lo 0,32%, ed il 3,9% , con RSM di 1,93.In 6 paesi europei (Belgio, Francia, Italia, Olanda, Spagna), la prevalenza nella vita di BN è dello 0,88% in donne di età ≥ 18 anni (Preti et al., 2009) .
Il rapporto standardizzato di mortalità (RSM) nello studio di Crow et al. (2009)  (1885 pazienti) è stato pari a 1,57 per tutte le cause di morte (da 8 a 25 anni dopo la diagnosi). Il tasso di mortalità grezzo per BN è stato in questo studio pari al 3,9%. In una recente rassegna (Arcelus et al. 2011)  è stato riportato un RSM di 1,93. Il RSM per suicidio in pazienti affetti da BN è stato riportato essere 7,5 (Preti et al., 2011) .

lE CARATTERISTICHE DELLA BULIMIA NERVOSA

IL DSMV DEFINISCE LE CARATTERISTICHE  DELLA BULIMIA NERVOSA.
 
 1) Episodi ricorrenti di abbuffate. Un’abbuffata è caratterizzata da due caratteristiche specifiche. 
-mangiare,in un periodo di tempo circoscritto (per esempio nell’arco di due ore), una quantità di cibo che è indiscutibilmente maggiore di quella che la maggior parte delle persone mangerebbe nello stesso periodo di tempo in circostanze simili. 
-un senso di mancanza di controllo sull’atto di mangiare durante l’episodio (per esempio sentire di non poter smettere di mangiare o di non poter controllare cosa o quanto si sta mangiando). 

2) ricorrenti comportamenti di compenso volti a prevenire l’aumento di peso, come vomito autoindotto, abuso-uso improprio di lassativi, diuretici o altri farmaci; digiuno o esercizio fisico eccessivo. 

3) Le abbuffate compulsive e utilizzo improprio di mezzi di compenso avvengono in media almeno una volte a settimana per tre mesi. 

4) La valutazione di sé è inappropriatamente influenzata dalla forma e dal peso del corpo. 
5 Il disturbo non si riscontra soltanto nel corso di episodi di anoressia nervosa. 

Può essere definita:
 Lieve, se gli  episodi compensatori inappropriati sono da 1 a 3 a settimana.
Moderata se gli episodi sono da 4 a 7 a settimana
Grave se gli epsiodi sono ad 8 a 13 a settimana
Estrema con  14 o più episodi comopensatori

ALCUNI ASPETTI

Nella bulimia, ogni progetto di controllo sul cibo fallisce, si ha la necessità costante di riempire un vuoto, a volte l’abbuffata si scatena dopo i piccoli momenti di tensione durante la giornata,qualsiasi iterazione con gli altri può essere la causa di un confronto con un proprio modello di efficienza ideale, ci si sente incapaci e insufficienti, schiacciati dal modello super-egoico, il cibo viene sempre consumato di nascosto e in gran segreto, a volta si aspetta la sera per chiudersi in case ed effettuare i propri rituali in pace sempre mantenendo una superficie di normalità agli occhi del mondo Anche il corpo mantiene spesso delle proporzioni molto gradevoli ed apparentemente equilibrate, ma è vissuto dalla ragazza come deforme, sporco, contaminato. La pratica del vomito in alcune provoca un ulteriore nausea e disgusto, spossatezza angoscia,depressione, mentre in altre un senso di liberazione. Alcune confessano di abbuffare proprio per il bisogno di ripetere questo rituale di svuotamento di purificazione del corpo. Le bulimiche nonostante siano ossessionate dal pensiero di dimagrire e di raggiungere il loro peso ideale, in realtà si mantengono quasi sempre normo-peso, ciò non deve trarre in inganno, sia sulla loro sofferenza personale che viene spesso banalizzata e ritenuta un assurdità, sia dai rischi impliciti anche se non visibili del disturbo..
Tutti questi aspetti così stereotipati del sintomo non vanno presi alla lettera . Bisogna ricordarsi che ogni paziente anoressica o bulimica è un caso a sé, una vicenda personale, storica, relazionale unica e irripetibile.
Non ci dimentichiamo dunque di interrogarlo, al di là dell’involucro esteriore per poter cogliere questa logica particolare, del “ caso per caso”.

UN ESEMPIO

Elisa ha iniziato a non mangiare a 13 anni, da piccola era cicciotella,tutti la prendevano in giro, ha perso dieci chili in pochi mesi. Non mangiare richiamava l’attenzione dei genitori troppo preoccupati dal fratello poco studioso e disubbidiente, “lui ha tutte le attenzioni e io..”. Dopo una delusione con un ragazzo ha iniziato a mangiare troppo alternando il digiuno al vomito.”Mia madre mi regola il cibo,ma non mi da le regole,non riesco a capire quando posso fare qualcosa e quando no, mi fa sentire sempre in colpa, vomito l’amore dei miei genitori , un amore che mi fa sentire sempre bambina”.