BULIMIA, ASPETTI NUTRIZIONALI

IL PESO, l' ASPETTO "ESTERIORE"

Nella Bulimia, il peso può essere del tutto normale: infatti la paziente, nei numerosi cicli abbuffata-espulsione, inserisce calorie e nutrienti e ne perde solo una parte. 

LE ABBUFFATE

I cicli abbuffata-vomito possono essere anche diversi nella giornata: nel tempo si previlegiano cibi di consistenza cremosa-semiliquida per ottenere un vomito più facile.   

LE CONDOTTE DI COMPENSAZIONE-ESPULSIONE: IL VOMITO.

La maggior parte delle pazienti bulimiche e una buona metà di quelle anoressiche, per limitare l’assorbimento delle calorie si inducono il vomito utilizzando i metodi più vari, dalla stimolazione manuale o meccanica all’ingestione di grandi quantità di bevande gassate. In questo modo sono convinte di eliminare quasi del tutto gli effetti sull’aumento del peso di ciò che hanno mangiato. In realtà, non eliminano che la metà delle calorie ingerite, e questo dopo una abbuffata ipercalorica significa che si finisce comunque per assimilare una quantità di calorie equivalente a quella contenuta in un pasto abbondante.
Oltre ad essere inefficace, il vomito ha per di più effetti deleteri sul comportamento alimentare ed è causa di complicazioni per la salute. Infatti, da una parte la scoperta di questa pratica fa aumentare in maniera vertiginosa il numero delle abbuffate, nel momento che le pazienti sono convinte di aver trovato la bacchetta magica che consentirà loro di mangiare quello che vogliono senza ingrassare, dall’altra può provocare: disturbi gastrici, danni dentali irreversibili, laringiti acide ad andamento cronico, infiammazioni e rigonfiamenti delle ghiandole salivari, e, nei casi più sfortunati, rottura dell’esofago e morte per emorragia.

LE CONDOTTE DI COMPENSAZIONE-ESPULSIONE: L' IPERATTIVITA' FISICA

Il tentativo di bruciare calorie attraverso l’esercizio fisico se portato avanti da qualcuno che, come le nostre pazienti, generalmente non conosce le mezze misure, non può che diventare esagerato, eccessivo.
Fare esercizio fisico per loro significa sottoporsi ad estenuanti sedute di attività aerobiche (ginnastica, danza, corsa) per diverse ore al giorno, tutti i giorni, con una disciplina rigidissima, intoccabile, perché non è più possibile rinunciare alla seduta quotidiana se non a prezzo di grandi angosce, e tutto questo non può che interferire con il resto della vita: non è facile infatti riuscire a trovare il tempo per studiare, lavorare, frequentare gli amici, se si deve contemporaneamente allenarsi per almeno due o tre ore al giorno.
L’esercizio fisico eccessivo può indurre un’ulteriore soppressione del senso di fame innescando due effetti parimenti dannosi: da una parte rischia di alimentare un circolo vizioso che tende a mantenere, o peggiorare, un DCA, dall’altra favorisce l’effetto digiuno che porta a un ulteriore deficit calorico-proteico e, quindi, ad un peggioramento dello stato di denutrizione.
Inoltre fare attività in condizioni fisiche precarie può essere molto pericoloso: nel migliore dei casi c’è il rischio di sviluppare danni muscolari ed articolari, nel peggiore collassi cardio-vascolari e morte per scompenso cardiaco.
• demineralizzazione di ossa e denti (questi ultimi spesso già attaccati dagli acidi presenti nel vomito) con conseguente osteoporosi disseminata.

LE CONDOTTE DI COMPENSAZIONE-ESPULSIONE: DIURETICI E LASSATIVI

Non è raro che le nostre pazienti si auto-prescrivano farmaci lassativi e diuretici. Molto spesso ne fanno un uso esagerato, adducendo a pretesto stitichezza (per i lassativi) o ritenzione idrica (per i diuretici). In realtà questi sintomi non sono altro che la conseguenza dei regimi alimentari incongrui a cui si sottopongono, reazioni difensive fisiologiche dell’organismo che dovrebbero servire a segnalare dei malfunzionamenti gravi del metabolismo, e l’utilizzo di farmaci per forzare l’organismo a reagire in un modo che è al di fuori delle sue possibilità di compenso, fa sì che si entri in un circuito patologico ancora più grave. Così i lassativi provocano, a lungo andare, dei danni all’innervazione della parete intestinale che causa poi una stitichezza vera, ostinata e irreversibile, i diuretici danni renali cui consegue uno scompenso del bilancio dei liquidi e dei sali, che si riflette in una vera e propria causa di ritenzione idrica.