ANORESSIA E BULIMIA: SAPER RICONOSCERE I SEGNI PRECOCI

RICONOSCERE I PRIMI SINTOMI DI UN DISTURBO ALIMENTARE


 Queste osservazioni sono rivolte soprattutto ai genitori , agli amici ed agli educatori, a tutti coloro che hanno il difficile compito di cogliere i primi segni del disagio. Non è facile per un amico cogliere i primi segni di malessere e di chiusura in chi consideravamo fino a poco prima la propria anima gemella.  Si prova un grande smarrimento e a volte un profondo senso di ingiustizia e di tradimento. Ma ancora di più è difficile per i genitori che devono osservare lo sviluppo dei figli, vegliare silenziosamente su di loro, cogliendo i segni del disagio senza enfatizzarli, senza intrudere nella loro vita con attività spionistiche, di controllo continuo. Ovviamente ciò richiede uno straordinario controllo dell’ansia!

Ciò ci fa capire quanto sia difficile il compito del genitore, soprattutto in un mondo che ci mette continuamente sotto stress, che chiede il massimo, che enfatizza non solo il lavoratore di successo,magari anche in perfetta forma fisica,  ma anche e contemporaneamente il genitore perfetto Bollea, il padre della neuropsichiatria infantile italiana, diceva sempre: le mamme non sbagliano mai. Ovviamente è un paradosso, le mamme e i papà sbagliano sempre, ma lo fanno in buona fede e sarebbe inutile e dannoso farsi sommergere dai sensi di colpa, dalle auto-recriminazioni, le accuse reciproche, magari in presenza dei figli (è noto che i figli non aspettano altro che coglierci in fallo). Niente di più confusivo e deleterio. Il genitore che riesce a cogliere i segni del malessere dei propri fagli ed aiutarlo ad affrontarli con l’aiuto dello specialista, diviene la risorsa più preziosa allo svolgimento della terapia.
 
L'anoressia presenta a volte lunghi periodi di "incubazione" in cui  il dimagrimento fisico non è ancora visibile, ma durante i quali è possibile cogliere dei piccoli segni: un attività spasmodica, eccessiva, infaticabile in tutti i campi di interesse, di studio, di lavoro, di attività sportiva. Qui si nota la ricerca infaticabile di un perfezionismo mai soddisfatto: si nota che non c’è risultato per quanto eccellente che possa appagare. L’interesse per le proprie attività si trasforma in una dedizione totale, soprattutto quando queste attività sono dedicate agli altri. C’è un desiderio esasperato di non deludere le aspettative di familiari e superiori (educatori, professori, dirigenti). L’interesse per la perdita di qualche chilo assume un importanza sempre maggiore. 

Man mano che il tempo avanza e che intercorrono dei fattori scatenanti, la concentrazione sul cibo e sul peso iniziano ad occupare tutto il tempo della giornata, lasciando sempre meno spazio per altre attività.
Dei campanelli di allarme per il genitore possono essere: trovare troppo spesso le figlie sulla bilancia, oppure vederla osservare troppo spesso alcune parti del corpo(incominciano a lamentare che le gambe, i glutei, o il seno sono troppo grossi), da cui un attenzione eccessiva allo specchio, anche l’abbigliamento è investito di una cura eccessiva ma si rivela sempre un rivestimento poco attraente.
Si può poi osservare che si comincia ad evitare di mangiare certi alimenti, soprattutto quelli ritenuti troppo calorici, oppure ci si interessa improvvisamente ai cibi biologici,o ad altre particolarità degli alimenti che prima non avevano nessuna importanza.

Oppure si possono notare degli accessi improvvisi di fame incontrollata. Si inizia ad evitare di mangiare in pubblico. Si forniscono ai genitori informazioni erronee o depistanti sull’alimentazione. Si passano ore in bagno(forse per il vomito, forse per l’uso di lassativi, forse semplicemente per i lavaggi eccessivi).

Insomma si incominciano a notare i segni di una ritualizzazione dell’alimentazione che invade progressivamente tutti i momenti e le attività della giornata. La conseguenza inevitabile di tutto questo, è che le attività sociali perdono progressivamente di interesse, magari a cielo sereno, magari a causa di una delusione col gruppo o con l’amica del cuore. Questo rivela che l'anoressia non è in fondo un disturbo che compare all’improvviso ma che coinvolge la globalità della persona e trae le sue radici lontano nel tempo


QUELLO CHE DOVREBBERO VEDERE I GENITORI PER CAPIRE 

 Una ragazza/o anche molto giovane:
 
1) -se è sovrappeso si mette a dieta ferrea in maniera ossessiva, contandosi le calorie. Il peso scende gradualmente sotto la normalità. Una adolescente anche in sovrappeso che si mette a dieta e cala rapidamente va seguita con attenzione. Tanto più "è brava" a calare di peso tanto più va seguita.  
2) -se improvvisamente inizia a ridursi le porzioni
3) -se di peso normale, inizia comunque una  dieta
4) -se si isola socialmente
5) -se il ciclo diventa irregolare, non ha più il ciclo
6) -se inizia a selezionare ossessivamente  il cibo escludendo gli alimenti che si reputano comunemente ingrassanti
7) -se perde peso in maniera inspiegabile
8) -se mangia poi si chiude in bagno
9) -se inizia una ossessiva attività fisica
10) -se inizia ad indossare vestiti molto larghi
11) -se rifiuta di pesarsi o di parlare del proprio peso
12) -Fattori aggiunti di attenzione sono una personalità perfezionista, (quindi ad esempio essere tra le prime della classe, con atteggiamenti rigidi verso lo studio ed i propri doveri ecc. )

UN TEST DI AUTOVALUTAZIONE: VUOI QUALCHE DOMANDA CHE TI AIUTI A CAPIRE?

 Una speciale commissione del Ministero della Sanità sui disturbi alimentari propone un test per aiutare genitori e insegnanti a individuare se una figlia o un’alunna rischia di diventare anoressica. Sono 16 domande: se le risposte positive sono almeno 6 potrebbe essere utile parlare con un esperto.

1) Ti pesi più di 2 volte a settimana?
2) Quando mangi ti capita di pensare alle calorie?
3) Ti senti in colpa dopo aver mangiato?
4) Se ti guardi allo specchio guardi soprattutto pancia e cosce?
5) Il tuo peso influenza il tuo umore?
6) Il tuo peso influenza la tua disponibilità a frequentare i coetanei?
7) Il tuo ciclo mestruale è irregolare o assente?
8) Mangi grandi quantità di cibo con la sensazione di perdere il controllo, indipendentemente dal senso di fame?
9) capita di provocarti il vomito o di desiderarlo dopo avere mangiato?
10 )Se mangi più di quello che ritieni necessario per te, cerchi di ridurre i pasti successivi?
11) Fai uso di diuretici o lassativi o farmaci per dimagrire?
12) Fai attività fisica per bruciare calorie o con la sensazione di non poterne fare a meno?
13) Dedichi al cibo troppo tempo dei tuoi pensieri?
14) Non riesci a parlare con nessuno dei tuoi problemi?
15) Hai un indice di massa corporea inferiore a 18.5?
16) Se sì, hai un’intensa paura di ingrassare?
  
(Altri punti aggiunti successivamente in stile cognitivo-comportamentale che possono essere suggestivi)

17) Hai uno scarso concetto di te?
18) Non ti stimi?
19) Non hai fiducia in te stessa?
20) Hai una scarsa consapevolezza delle tue emozioni?
21) Sei eccessivamente perfezionista?
22) Tendi a estremizzare le cose (è tutto bianco o tutto nero)?
23) Non conosci le mezze misure?
24) Hai comportamenti impulsivi o ossessivi?
25) Attribuisci importanza eccessiva al peso e alla forma del tuo corpo?
 
Da numerosi studi queste sembrano essere caratteristiche specifiche di pazienti con un Disturbo del Comportamento Alimentare, quindi se hai 3 o più di queste caratteristiche e inizi una dieta corri il rischio di trasformare la dieta e i suoi risultati in un modo per aumentare la tua autostima e il concetto che hai di te, il rischio, cioè, di sviluppare un Disturbo del Comportamento Alimentare.
 
Il test che abbiamo riportato sopra, porta l’attenzione su alcuni aspetti disfunzionali che gli autori hanno rilevato nelle pazienti anoressiche e bulimiche. Per esempio  esse sono generalmente incapaci di valutare obiettivamente il peso e l’aspetto del loro corpo, hanno una serie di pensieri disfunzionali sull’ immagine corporea che le inducono a passare la maggior parte del tempo cercando di conformarsi a un ideale fisico irraggiungibile, e che invece viene ricercato ossessivamente come la sola condizione per piacersi.
Da ciò l’ attenzione esasperata alla dieta che diventa il centro della vita e la protezione contro il desiderio.