IL DECLINO DELL' IMAGO PATERNA

IL RUOLO DEI GENITORI

 Freud sottolineava che nelle culture antiche c’erano dei riti di passaggio che consentivano come di tirare una linea di demarcazione tra presente e futuro .Invece nella modernità il simbolico sociale,che dovrebbe fondare la funzione paterna e  sostantificarsi da essa,  non è più mediato dagli ideali sociali, dunque  non funziona più da regolatore, da ancoraggio,non detta più la morale, gli stili di vita. Adesso alla legge simbolica si sostituiscono regole tratte dalla norma statistica e burocratica, il tempo è dilatato all’infinito,da momento di passaggio diviene uno stato,i tagli e le mutilazioni che l’adolescente si opera sul corpo rappresentano dei tentativi abortiti di fare un atto che dovrebbe sancire una separazione all’insegna della presa di responsabilità. 

Se prima l’istanza paterna  aveva una funzione censorie e punitiva dei comportamenti e prima ancora dei desideri, determinando quella dimensione di conflitto costante che Freud ha individuato alla base delle nevrosi. Adesso invece il super-io moderno appare capovolto perché comanda di godere senza limiti dei gadget come della bellezza di un corpo che si vorrebbe perfetto ed eterno, capace di performance meravigliose, assistiamo come ci dicono i sociologi, ad una progressiva ascesa di un nuovo comandamento etico,l’imperativo a godere, il diritto democratico al godimento, la proliferazione di oggetti da consumare, indossare, che illusoriamente colmano la mancanza ma che di fatto ne creano sempre altre artificiali dando luogo ad una circolarità infinita. Dall’altro lato assistiamo al dominio della quantificazione, del controllo, della prestazione - buona forma, buona salute, buon rendimento, esigenza di calcolare e misurare qualsiasi esperienza, ideale dell’utile, dell’autorealizzazione.. 

Due facce apparentemente contrapposte ma che rivelano un anima comune.  Evitare al soggetto di mettersi in gioco realmente,  deresponsabilizzarlo, senza tuttavia riuscire,  abolendo una reale dimensione del limite, a fare protezione dall’angoscia, ne arginare la dimensione compulsiva testimoniato da queste patologie . Rivelano invece una dimensione sregolata dell’altro della legge. Infondo il bambino onnipotente e senza limiti diventa il vero punto di riferimento ideale del nostro immaginario, Per questo i genitori non riescono a dire di no, sono come inchinati a colui che Freud chiamava sua maestà il bambino, il proprio bambino inconscio. E dunque si capovolgono le posizioni. Sono i genitori che  temono di perdere l’amore del bambino,  ne sono come in ostaggio, dunque nel momento in cui l’adolescente deve rinunciare, fare il lutto dell’infanzia non ha appigli,non ha i paletti,non ha dei no a cui ancorarsi.. sembra che una specie di incantesimo generalizzato sia caduto sulla possibilità di dire no. Ed è molto contagioso.